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Trento, 11 ottobre 2006
DOPO SOVRAMONTE, BUSSA ASIAGO
Sei comuni dell’altopiano vogliono già il referendum
Boato attacca Tonini e Magnani: «Egoisti e miopi»

da l’Adige di mercoledì 11 ottobre 2006

È peggio di un fiume in piena. Dopo Lamon, Sovramonte e adesso alle porte del Trentino bussano anche gli otto comuni dell’altopiano di Asiago. Stufi di pagare il metano e il gasolio come se fossero in pianura, stufi di essere considerati vicentini, hanno già fatto tutte le carte e, al massimo tra quattro mesi, dovrebbero organizzare un referendum collettivo per chiedere l’annessione al Trentino. Sarebbe un acquisto di non poco conto: 470 chilometri quadrati di territorio, quasi ventiduemila abitanti, duemila e cinquecento aziende, un aeroporto e punte di eccellenza come il consorzio del formaggio Asiago. Già sei comuni dell’altopiano hanno deliberato di chiedere il referendum costituzionale. Si tratta di Enego, Conca, Lusiana, Asiago, Gallio e Rotzo. Altri due, Foza e Roana, dovrebbero decidere di chiedere la consultazione popolare nella seduta dei consigli comunali che si terrà questa sera.

Dopo la delibera degli otto comuni, il comitato «Per il Trentino » presieduto dall’imprenditore edile Francesco Rodeghiero avrà venti giorni di tempo per inoltrare la richiesta a Roma, alla Corte di Cassazione che dovrà decidere l’ammissibilità del referendum entro novanta giorni. Trascorso questo termine, si potrà tenere la consultazione popolare sul cui esito vi sono pochi dubbi. «Noi abbiamo anche raccolto più di settemila firme - spiega Rodeghiero - in paesi di seicento abitanti hanno aderito più di quattrocento persone. Qui tutti vorrebbero aderire al Trentino. Il Veneto non riconosce la nostra specificità. Non siamo neanche riconosciuti come minoranza etnica, quando la nostra origine è la stessa degli abitanti di Luserna e Lavarone. Per la Regione siamo un territorio di montagna, quando il nostro comune più basso è a quota settecento metri».

Quello che Rodeghiero tiene a sottolineare è che Asiago non bussa alle porte del Trentino per fame: «Noi da Trento non vogliamo niente, vogliamo solo poter gestire i nostri soldi. Siamo un territorio ricco ed evoluto e ci teniamo alla nostra autonomia. Fino all’800 ci governavamo da soli, un po’ come San Marino e poi siamo finiti sotto Vicenza, ma siamo più legati alla gente del Trentino del sud. A Luserna e Lavarone ci unisce una continuità storica e territoriale».

Che l’adesione di Asiago al Trentino non sia una cosa facile lo dimostra anche la freddezza del deputato Marco Boato, che è, invece, un grosso tifoso di Lamon e Sovramonte: «Per Lamon c’è già un mio progetto di legge costituzionale in commissione affari costituzionali che è stato seguito da un disegno di legge del governo. Adesso siamo in attesa dei pareri della Regione Veneto, dei consigli provinciali di Trento e Bolzano e del consiglio regionale del Trentino Alto Adige. Per Asiago la vedo più difficile. Non sono favorevole a una moltiplicazione di iniziative di questo genere».

Boato critica anche aspramente la contrarietà all’adesione di Lamon e Sovramonte espressa dal senatore dei Ds Giorgio Tonini e dal vicepresidente del Consiglio regionale Mario Magnani: «Mi sembra una posizione politicamente miope e frutto di una chiusura egoistica che fa paura. Sono pareri né intelligenti politicamente né rispettosi della Costituzione. Quello che mi sconcerta di più è che su questo problema mi trovo d’accordo con la Lega, dalla quale mi divide tutto, piuttosto che con due illustri esponenti della mia coalizione».

Il senatore della Lega Sergio Divina rincara la dose contro Magnani e Tonini: «Cari signori - dice l’esponente leghista rivolto ai due - avete l’obbligo morale e politico di rispettare la volontà dei cittadini che si sono espressi con il referendum».

 

  Marco Boato

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